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Far brillare tutti, non solo le ‘STAR’

Far brillare tutti, non solo le ‘STAR’
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C’è un libro di cui amo raccontare. Credo sia stato il mio mantra libro illuminante, quello che con affetto consiglio. Ogni tanto amo rileggerlo scoprendo alcuni dettagli nuovi; forse perché per lavorare bene in team non si smette mai di imparare. Non me ne vogliano gli altri scrittori, poeti, artisti e scienziati: questo è uno di quei libri che ti fa venir voglia di esclamare avrei voluto scriverti così! .In fondo non capita mica così spesso di trovare libri che parlino di collaborazione, mindfulness, basket (NBA), leadership, filosofia e religione allo stesso tempo!

A Phil Jackson - l'allenatore più vincente nella storia del basket professionistico americano - con “Basket e Zen” devo un grazie per aver scritto il mio mantra libro illuminante!

Jackson fu un pioniere nell’utilizzare i principi zen nel mondo professionistico, nel guidare la squadra a dare il meglio di sé attraverso tre semplici principi:

  1. Non lasciare che la rabbia annebbi la tua mente
  2. La consapevolezza è tutto
  3. Il potere del noi è superiore al potere dell’io

Quanto spesso capita che la frustrazione di un errore, la paura di sbagliare ci facciano re-agire al posto che agire consapevolmente? Quante volte ci capita di dimenticarci di agire insieme al nostro collega, seduto di fianco a noi? Siamo umani e spesso lavorare è meno entusiasmante del giocare una partita di basket.

Ma giocare insieme una ‘partita’ è pur sempre meglio del giocare ognuno la sua!

Jackson parla così della forza del gruppo: Volevo creare una squadra nella quale l’altruismo fosse la forza trainante, il contrario della mentalità basata sull’Io che dominava il basket professionistico. Il mio scopo era quello di trovare un metodo che potesse dare potere a tutti nella squadra, non solo alle stelle, e che permettesse ai giocatori di crescere come individui nel momento in cui subordinavano loro stessi alla forza del gruppo”.

Dalle testimonianze si può percepire come l’atmosfera che si sente all’interno del team è molto simile a quella di una grande famiglia, dove i giocatori si rispettano e giocano credendo in qualche cosa di più grande del loro ego: la squadra con cui condividono un obiettivo comune.

Creare una sfida comune, definire obiettivi e strategie chiare è necessario ma non sufficiente; e mentre rileggo queste poche righe mi chiedo: che valore ha la complicità fra le persone di un team?

Aiuta a creare fiducia e continuità nei risultati. È perciò decisivo che ciascuno pensi: “Io mi metto a disposizione di tutti” e non “Voglio tutti a mia disposizione”. Favorire un clima di fiducia reciproca per lavorare e “vincere” insieme è più che mai attuale nel mondo del lavoro di oggi. Il mio personale suggerimento? Impariamo ad ascoltarci un po’ di più, che non significa solo sentire parole, ma essere capaci di un ascolto empatico di sè e degli altri. Ascoltare con attenzione e parlare con intenzione. 

Continuare a credere e sviluppare le abilità di ciascuno, aiutarlo ad esprimere le proprie potenzialità è ciò che da valore, insieme alla capacità di crescere una naturale attitudine altruista. L’altruismo può avere un dirompente effetto positivo sulle nostre vite a livello individuale e, di conseguenza, sul vivere in gruppo.

Ed infine: l’impatto di saper orientare le attenzioni sulle azioni positive. Ahimè è la cosa più difficile da mettere in atto, siamo portati naturalmente ad andare alla ricerca del negativo/errore/problema, solitamente rimanendo fermi lì a lungo prima di trovare strade e pensieri alternativi. Siamo abituati ad abituarci ai nostri “sintomi”. Eppure, quali effetti benefici può avere il potere di una mente positiva, compassionevole ed orientata a soluzioni?  

Al mio mantra-libro illuminante e a Phil Jackson per averlo scritto: un grazie dal cuore.

Giulia Natale, Consultant

Ciò che più mi appassiona è trovare soluzioni creative e utili alle esigenze delle persone e delle situazioni con cui mi interfaccio. Con un background in Psicologia delle Organizzazioni e del Marketing e un’esperienza nel mondo pubblicitario che mi ha fatto innamorare dei colori, credo che fiducia, ascolto, qualità e ricordarci di “essere umani” siano ciò che ci permette di crescere giorno dopo giorno. Con la musica nelle vene, il basket nel cuore e sulla pelle, una fotocamera tra le mani, puoi trovarmi all’inseguimento di sorrisi ; ) 

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