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Le donne sono (ancora) la parte debole del Paese. Rivoluzionare il lavoro e la leadership: verso un futuro di parità di genere in Italia.

Women leadership
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Questo articolo parte dalla fine, dalle considerazioni.

Colmare il divario di genere è essenziale per garantire una crescita economica inclusiva e sostenibile. Aumentare la partecipazione economica delle donne e raggiungere la parità di genere nelle posizioni di leadership, sia nel settore privato che nel settore pubblico, sono due leve fondamentali per affrontare le disuguaglianze di genere nelle famiglie, nelle società e nelle economie. È necessaria un'azione collettiva, coordinata e coraggiosa da parte dei leader sia del settore pubblico che del settore privato. In quanto organizzazione, noi di Impact, ci poniamo queste domande e lavoriamo per contribuire a risolvere il problema, consapevoli che si tratta di una sfida enorme e sistemica.

Ma da dove originano queste considerazioni?

Anche per il 2023 è stato pubblicato il Global Gender Gap Report 2023 che rivela dati preoccupanti per l'Italia. Il Paese ha perso ben 16 posizioni nella classifica mondiale stilata dal World Economic Forum, scendendo dal 63° al 79° posto su 146 Paesi presi in considerazione. Questo indice, che misura l'evoluzione della parità di genere attraverso 14 indicatori chiave in quattro dimensioni fondamentali (partecipazione economica e opportunità, istruzione, salute e sopravvivenza, empowerment politico), assegna punteggi su una scala da 0 a 100, rappresentando la percentuale del divario di genere che è stata colmata.

L'obiettivo di questo report è identificare politiche efficaci per ridurre le disuguaglianze di genere nei diversi Paesi. Tuttavia, la strada da percorrere sembra ancora molto lunga. Secondo i progressi attuali, sarà necessario attendere fino al 2154, ossia ben 131 anni, per raggiungere la parità di genere a livello globale. Anche in Europa, se guardiamo solo a questa regione, ci vorranno ancora 67 anni, sette anni in più rispetto alle previsioni dello scorso anno.

Focalizzandoci sui dati dell’Italia, nel settore delle opportunità economiche e della partecipazione, il nostro Paese è salito dalla posizione 110 alla 104, ma rimane comunque in una posizione bassa nella classifica con una percentuale del 60,1%. Nell'ambito dell'istruzione, abbiamo perso una posizione (60° posto) con una percentuale del 99,5%. Tuttavia, c'è un aspetto positivo riguardo alla salute, in cui siamo migliorati passando dal 108° al 95° posto, con una percentuale del 96,7%.

Il divario di genere nel mercato del lavoro italiano rimane ancora significativo. Anche secondo il rapporto Women, labour markets and economic growth presentato dalla Banca d'Italia, il tasso di occupazione femminile in Italia nel 2022 è del 51,1%, ben 18 punti percentuali inferiore a quello degli uomini. Inoltre, le donne guadagnano in media il 11% in meno rispetto agli uomini per ora di lavoro. La Banca d'Italia evidenzia anche che le donne sono più propense a lavorare a tempo parziale rispetto agli uomini (31,7% contro 7,7%). Ma è una scelta effettiva? Sembrerebbe di no, considerando che la metà delle lavoratrici sarebbe disponibile a lavorare a tempo pieno. Quali sono le cause di queste differenze? Secondo il rapporto della Banca d'Italia, il primo elemento è la scelta dei percorsi di studio, poiché le ragazze optano per indirizzi con minori opportunità di impiego e retribuzioni inferiori rispetto ai ragazzi. Inoltre, la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia fa sì che molte donne lascino il lavoro o richiedano il part-time dopo la nascita dei figli. Infine, le opportunità di avanzamento di carriera sono più lente e il numero di donne in posizioni di vertice è significativamente inferiore.

Il tema dei percorsi di studio evidenziato dalla Banca d'Italia è di grande importanza. Il Global Gender Gap Report 2023 conferma, a livello globale, una scarsa presenza di donne nelle professioni scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (solo il 29,2% di tutti i lavoratori Stem) e sottolinea in particolare le criticità di questa disparità nel settore dell'intelligenza artificiale. Non si tratta solo di lavori ben retribuiti e con ottime prospettive future, ma nel caso dell'AI, le implicazioni sono ancora più ampie. Quando le prospettive, le esperienze e le intuizioni delle donne non vengono adeguatamente integrate nello sviluppo e nell'implementazione dell'intelligenza artificiale, si corre il rischio di perpetuare algoritmi e tecnologie distorte, con conseguenti soluzioni distorte e non ottimali per le sfide emergenti.

Tornando ai risultati del Report del World Economic Forum, Il risultato negativo è inoltre influenzato dalla bassa partecipazione e rappresentanza delle donne in politica, con una percentuale molto bassa del 24,1% e il 64° posto nella classifica globale (rispetto al 40° posto dell'anno precedente). A livello mondiale, l'empowerment politico è ancora l'area che registra il divario di genere più ampio, con solo il 22,1% di partecipazione e la maggiore differenza di punteggio tra i Paesi.

Questi temi sono fondamentali non solo per il rispetto dei diritti delle persone, ma anche per le implicazioni che hanno sull'economia. 

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Impact lavora al fianco delle Aziende con programmi dedicati allo sviluppo e al sostegno dell’empowerment femminile per liberare il potenziale umano già presente nelle Organizzazioni. Contattaci per avere tutti i dettagli e per studiare il percorso più adatto alle tue necessità.

Scritto da Sabrina Bianchi - Marketing & Communication Manager Impact Italy