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Apprendimento organizzativo: la chiave di volta per organizzazioni human-centered

Apprendimento organizzativo: la chiave di volta per organizzazioni human-centered
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“L'apprendimento e l'innovazione vanno mano nella mano. L'arroganza del successo è di pensare che ciò che hai fatto ieri sarà sufficiente per domani.”  William Pollard

Le organizzazioni altro non sono che gruppi di persone che lavorano al servizio di altri gruppi di persone, quindi esse, così come le comunità, possono crescere e migliorarsi solo se le persone al loro interno cresconoE l’unico modo per crescere è continuare a imparare cose nuove

Attraverso il processo di apprendimento, acquisendo e generando nuove conoscenze un'organizzazione migliora poiché mette le persone nelle condizioni di sviluppare il proprio potenziale, in questo modo avvantaggia sia l’individuo, che i team che le organizzazioni nel loro complesso. 

La continua creazione di conoscenza, quindi, tende a configurarsi come un fattore competitivo rilevante, che emancipa la ‘risorsa umana’ e riporta in luce la persona e il suo valore. A tal proposito, per supportare lo sviluppo del capitale umano, risulta però fondamentale abbandonare la definizione classica di apprendimento inteso come “ricevere e ritenere informazioni”, in favore di una prospettiva volta a “ricreare noi stessi, mettersi in condizione di fare qualcosa che non siamo mai stati in grado di fare; ripercepire il mondo e il nostro rapporto con esso, estendere la nostra capacità di creare”. Peter Senge, The fifth discipline, the art and practice of the learning organizations.

 

Le principali sfide all’apprendimento: 

1. "È impossibile per un uomo imparare ciò che crede di sapere già” 

Così diceva Epitteto quasi duemila anni fa in riferimento alla condizione di frustrazione che accompagna la consapevolezza di ‘non sapere’ e il bisogno di apprendere. Questo concetto si rafforza dalla presa di coscienza secondo cui aver accumulato esperienza dal passato non è una garanzia di successo per il futuro. Il comune modo di dire ‘non si finisce mai di imparare’ pare quanto mai veritiero e profetico: l’innovazione costante in cui viviamo rende obsoleto il sapere tradizionale, fondato su ripetizione e riproduzione, premiando invece l’acquisizione di atteggiamenti flessibili, in cui ognuno sia in grado di riconfigurare le proprie competenze strategiche per soddisfare le esigenze che emergono.

2. L’apprendimento organizzativo oltre il ruolo

Applicare l’apprendimento in modo da cambiare il modo in cui svolgiamo un lavoro è una sfida impegnativa, perché nel momento in cui ci focalizziamo su ruoli, mansioni, competenze di ciascuna figura professionale, tracciamo un confine che ‘limita’ le possibilità di apprendimento a ciò che è strumentale al lavoro così come viene già svolto.

3. Le organizzazioni non imparano: le persone imparano e cambiano l'organizzazione

L’apprendimento passa attraverso le persone, ciò significa che è opportuno tenere in considerazione il bisogno innato di mantenere il controllo per ridurre o eliminare, ove possibile, i sentimenti di insicurezza prodotti dal mettere in discussione il nostro patrimonio di conoscenze.  Creando un ambiente sicuro, le persone possono accedere più facilmente a nuovi apprendimenti: tanto più questi sono percepiti come utili per il proprio sviluppo, tanto più verranno perseguiti con impegno e dedizione. Questo sposta l’attenzione su una gestione integrale del processo di apprendimento, che nel valorizzare le risorse di ogni collaboratore, oltre le esigenze specifiche di uno specifico lavoro, finisce per contribuire allo sviluppo dell’intera organizzazione e a provocare il trasferimento di conoscenza dalle persone all'organizzazione e viceversa. 

4. L’apprendimento organizzativo oltre l’identità 

Le organizzazioni riconoscono l’apprendimento come una variabile fondamentale, solo che in molti casi l’obiettivo, anche se non formalizzato, è rafforzare le conoscenze e i modelli mentali già acquisiti su come funzionano le cose e l’organizzazione stessa. L’apprendimento viene quindi filtrato attraverso l’identità organizzativa maturata nel corso degli anni. Diventa pertanto lecito chiedersi: in queste condizioni si può effettivamente imparare qualcosa di nuovo?

Quando le organizzazioni dedicano tempo e risorse a sviluppare una vera cultura dell'apprendimento sono più competitive, perché acquisiscono una maggiore capacità  di reagire rapidamente alle condizioni mutevoli del mercato. In questo momento storico, in cui l’evoluzione è rapida e le condizioni che consentono di presidiare il mercato con successo si modificano continuamente, si tratta di un'abilità indispensabile e, proprio per questo motivo, aver consapevolezza rispetto alcune delle principali sfide legate all’apprendimento può aiutarci a intercettare le trappole in cui è possibile incappare.

Il primo capitale di un’organizzazione sono le persone

Nelle organizzazioni moderne e incentrate sull'uomol’apprendimento diventa un campo di ricerca aperto nel quale scegliere di volta in volta i contenuti, i metodi, le soluzioni. 

La validità di questi processi di apprendimento sarà proporzionale ai cambiamenti che l’azione formativa avrà potuto generare nelle persone e nell’organizzazione. Per rispondere alle sfide che ci pone la transizione del mercato del lavoro globale, abbiamo bisogno di organizzazioni che mettano sempre più al centro le persone, in cui sia possibile imparare costantemente cose nuove, affrontare nuove sfide, promuovere nuove collaborazioni, creare nuovo valore. 

Adesso, non è più sufficiente inventare strategie e strumenti tecnologici nuovi, è necessario "una nuova sintesi umanistica", che muova da una convinzione secondo cui "il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l'uomo, la persona, nella sua integrità" (Caritas in veritate, Benedetto XVI).